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Il baco da seta e La Filanda di Alfredo Danese

Il Baco Da Seta E La Filanda

Tra le attività storiche di Bussolengo possiamo vantare anche la presenza della Filanda per la lavorazione del baco da seta. Alfredo Danese diede vita alla Filanda nel 1896 offrendo lavoro alla cittadinanza e avviando un’importante attività produttiva che per diversi anni rappresentò sorgente di guadagno, specie nei difficili anni del dopoguerra. Ma in cosa consisteva esattamente questa curiosa attività? Vediamolo insieme.

Il baco da seta – la lavorazione

Quando, chi e dove

Agli sgoccioli della primavera le donne predisponevano un locale apposito avendo cura di chiudere le fessure di porte e finestre con carta di giornale per non lasciare passare l’aria. Anche gli uomini partecipavano e lo facevano erigendo per loro delle impalcature che servivano a reggere le intelaiature di legno a bordo rialzato con il fondo di graticcio.

Su questi ultimi si distendevano dei fogli di giornale sui quali veniva sparsa la foglia di gelso tritata. Qui si posava il piccolo baco che col passare dei giorni si trasformava di colore passando da grigio a bianco. Era necessario un mese per poter costruire il “bosco” cioè le due file di rami a fascina appoggiate l’una all’altra. Queste servivano da base per incominciare a tessere delle ragnatele biancastre e poi i bozzoli bianchi o giallo oro dove i bachi si racchiudevano. A questo punto i bozzoli venivano messi sulla spelaia, un attrezzo di legno con dei rulli fatti ruotare a due a due in senso contrario fra loro. In questo modo i bozzoli venivano spellati dei filamenti superflui e così portati alla filanda.

La nascita della Filanda

Nel lontano 1896 uno stabile di Via Calmora a Bussolengo diventò sede di una filanda per volere di Alfredo Danese. Qui lavoravano 50 donne, di loro 21 erano minorenni. La giornata lavorativa era di 12 ore per far fronte al lungo processo di lavorazione che consisteva nell’essicazione dei bozzoli per provocare la morte della crisalide.

Filanda Danese A Bussolengo. Foto da "Bussolengo - Immagini di storia"
Filanda Danese a Bussolengo

Il processo di lavorazione della Filanda di Bussolengo

L’essicazione avveniva attraverso l’inserimento dei bozzoli in un cilindro rotante contro il quale soffiava per otto ore un getto di aria surriscaldata. Il passaggio successivo consisteva nel mettere il bozzolo a macerare dentro ad una bacinella di acqua molto calda: poi la filandiera, detta anche scoatina, lo scuoteva. Con le mani immerse nell’acqua doveva infine trovare il capo del filo di seta per passarlo alla filera. Quest’ultima, una volta uniti tra loro due o più fili, li consegnava alla camarina che era l’operaia addetta al locale riscaldato dove i fili venivano lasciati asciugare e poi avvolti all’aspo.

Sala Delle Scoatine Nella Filanda Danese. Immagine da "Bussolengo - Immagini di storia"
Sala delle scoatine nella Filanda Danese

La nuova sede di Via Piorta

Ad un certo punto Danese trasferì la sede della Filanda in Via Piorta. Qui il numero degli operai crebbe fino a 145. 6 maschi sopra i 15 anni, 12 maschi sotto i 15 anni, 52 femmine sotto i 15 anni, 45 femmine dai 15 ai 21 anni, 30 femmine sopra i 21 anni.

Al termine della prima guerra mondiale, Danese avviò una seconda filanda al “Pascolon” dove arrivarono operaie anche dai paesi limitrofi di Pescantina, Pastrengo e Sona. Le due filande costituirono una grande e preziosa fonte di reddito per circa 200 operai e le loro famiglie. Le cose andarono bene fino al secondo dopoguerra, poi la comparsa sul mercato delle fibre sintetiche mise in crisi l’attività della Filanda che nel 1957 si vide costretta a chiudere.

Il baco da seta e La Filanda di Alfredo Danese ultima modifica: 2021-06-21T10:24:22+02:00 da Emma Donatoni

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