San Valentino, tra storia e leggende – itBussolengo

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San Valentino, tra storia e leggende

Affreschi Chiesa A Bussolengo

Affreschi Chiesa A Bussolengo

San Valentino è festeggiato in tutto il mondo come il patrono degli innamorati. Nonostante sia venerato dalla Chiesa cattolica, ortodossa e anglicana storicamente su di lui si conosce veramente poco. La maggior parte delle notizie derivano dalle molte leggende che sono state create intorno alla sua figura nel corso dei secoli. Prima che si diffondesse la fama come protettore degli innamorati, era considerato il protettore dei malati epilettici.

I Bussolenghesi sono molto legati alla figura di San Valentino, invocato da più di 600 anni.

 Ma chi era realmente?

La storia di San Valentino

Il protettore dei malati epilettici

La fonte storica più antica che riporta la memoria di un San Valentino, celebrato a Terni il 14 febbraio, è il Martirologio Geronimiano, una sorta di calendario compilato tra il 431 e 450 e attribuito a San Girolamo. Nella passione di Maris, Marta, Audiface e Abacuc, viene citato un Valentino, prete di Roma che guarì una giovane donna dalla cecità, fu decapitato il 14 febbraio sulla via Flaminia tra il 268 e 270 e sepolto nelle catacombe romane.

Il testo invece più importante sulla vita di San Valentino è la Passio Sancti Valentini, risalente all’VIII secolo.

Si racconta la storia di Cratone, un ricco oratore romano e del figlio Cheremone molto malato di epilessia. Cratone si affidò alla medicina, ma nessun medico riuscì a curare il bambino. Sentì parlare di San Valentino, vescovo di Terni, famoso tra i cristiani per le sue doti taumaturgiche e, disperato, lo invitò a Roma. San Valentino, mosso solo dalla fede e dall’amore verso il prossimo non accettò i soldi offerti da Cratone, ma chiese in cambio la conversione al cristianesimo.  Il santo pregò e Cheremone guarì.

Siamo negli anni delle persecuzioni dei cristiani e San Valentino, uomo ormai di grande fama per i suoi miracoli, venne prima torturato e infine decollato il 14 febbraio del 273, a 97 anni. Gli ateniesi Efebo, Proculo e Apollonio, studenti di Cratone e divenuti discepoli di Valentino, recuperarono il corpo del martire e lo portarono a Terni, dove è sepolto tutt’ora.

Tomba A Terni
Tomba a Terni – foto di Martina Agnoli

I problemi di identità

Esistono due tombe di San Valentino e questo ha creato non pochi problemi. Ci sono due culti e da una parte il vescovo di Terni e dall’altra il prete di Roma? Potrebbe essere la stessa figura sviluppata in modi diversi? Gli studi più recenti propendono per la prima tesi, nonostante siano venerati entrambi il 14 febbraio.

Si ricordano inoltre, almeno 5 martiri e altri 5 santi con lo stesso nome e negli stessi tempi, un Valentino vescovo di Genova e un Valentino vescovo di Passau. Tutte queste figure hanno creato molte confusioni e fusioni. Ricostruire con certezza l’identità di San Valentino è impossibile.

San Valentino a Bussolengo

Il San Valentino di Bussolengo è riconducibile al vescovo di Terni in quanto è sempre raffigurato con la mitria e il pastorale, gli attributi tipici dei vescovi. In aggiunta, il culto probabilmente è stato portato dalla Confraternita dei Disciplini, istituita formalmente a Bussolengo nel 1391. I Disciplini erano un gruppo, formatosi intorno al 1260 in Umbria, di devoti laici.

Nella chiesa a lui dedicata e simbolo del paese sono raffigurati ben 3 cicli di affreschi, datati al 1400, che raccontano la sua storia. Gli affreschi ci riportano alla guarigione miracolosa di Cheremone, alla battesimo di Cratone e alla decapitazione del santo. Non è il santo patrono degli innamorati, ma dei malati epilettici. Sono gli affreschi più antichi al mondo a raccontare la vita di questo santo misterioso.

La chiesa di San Valentino a Bussolengo custodisce un patrimonio di inestimabile valore.

Le leggende su San Valentino

Tra le prime leggende emerge quella che vede lo stesso San Valentino innamorato e sposato. Spinto dall’esempio da Feliciano, vescovo di Foligno, si convertì al cristianesimo e divenne anche lui vescovo, in giovanissima età. Valentino fu arrestato e in carcere compì un miracolo: guarì dalla cecità la figlia di Asterius, il suo carceriere. Lo stesso fece a Roma: donò la vista alla figlia del tribuno Nesteo, Lucilla, battezzandola.

Un’altra leggenda narra che a Terni coltivasse un giardino aperto a tutti i bambini, un luogo sicuro per ritrovarsi e giocare. Alla sera prima di congedarsi, regalava un fiore da consegnare a casa come segno di amore. Un giorno fu imprigionato ed i bambini erano disperati. A quel punto fuggirono dalla casa di San Valentino due dei suoi piccioni viaggiatori e lo raggiungessero in carcere posandosi sulle sbarre. San Valentino, riconosciuti, legò al collo di uno un biglietto nel quale dichiarava il suo amore per i bambini e all’altro la chiave del giardino. I piccioni ritornare e furono accolti dalle famiglie con entusiasmo.

Si narra anche che vedendo due fidanzati discutere, colse una rosa dal giardino e gliela donò come simbolo di amore. I due ragazzi, tenendo il gambo del fiore tre le loro mani si riappacificarono e tornarono da lui per farsi sposare. Molte coppie in seguito si rivolsero a lui e celebrò molti matrimoni proibiti.

Un’altra leggenda racconta invece che vedendo i due fidanzati litigare gli donò la rosa e dopo aver pregato il cielo si riempì di coppie di colombi che tubavano (forse da qui l’espressione “piccioncini” riferita agli innamorati).

La leggenda più famosa riguarda Sabino e Serapia, due giovani follemente innamorati ma ostacolati dalle famiglie in quanto lei era una ragazza cristiana e lui un legionario romano. San Valentino credendo fortemente nel loro amore, battezzò Sabino. Serapia però era gravemente malata di tubercolosi. Sabino espresse il desiderio di non lasciare mai la sua amata e così i giovani, appena sposati da San Valentino e su intercessione dello stesso, si addormentarono insieme nel sonno eterno.

Il Patrono degli innamorati

Questi ultimi episodi darebbero con buon merito a Valentino il titolo di santo patrono degli innamorati, ma nessuno è avvalorato  da fonti storiche. La stessa tradizione del giovanissimo vescovo sposato di Terni si sviluppa secoli dopo, quella della rosa agli innamorati è una leggenda anglosassone e la storia di Sabino e Serapia è stata inventata nel 1900.

Nel 496 il Papa Gelasio abolì i Lupercalia, una festa licenziosa pagana dedicata a Luperco, dio della fertilità, che si teneva proprio a metà febbraio. Forse lo stesso Papa introdusse al posto dei Lupercalia la festa cristiana di San Valentino, morto il 14 febbraio.  Sarebbe stata una sostituzione facile grazie anche alla coincidenza di date.

 La festa di San Valentino inoltre cade in un periodo dell’anno in cui la natura comincia a dare i segni del risveglio dal letargo e gli uccelli iniziano a nidificare. Una credenza popolare medievale voleva che la stagione degli amori dei volatili iniziasse proprio il 14 febbraio.

Comunque, il merito di aver consacrato San Valentino come patrono dell’amore è da attribuire a Geoffrey Chaucer, l’autore dei racconti di Canterbury. Chaucer alla fine del 300 scrisse in onore delle nozze tra Riccardo II e Anna di Boemia, “The Parliament of fowls”. Nel poema di circa 700 versi associa Cupido a San Valentino e crea il primo collegamento diretto con gli innamorati.

Pur nell’incertezza ci sono alcuni riferimenti storici i quali fanno ritenere che la festa di San Valentino fosse dedicata agli innamorati già dopo il 1000.

Tra questi la fondazione a Parigi il 14 febbraio del 1400 dell’Alto Tribunale dell’Amore. I termini “valentino” e “valentina” riferiti alle lettere che si scambiavano gli innamorati sono di origine rinascimentale. La prima lettera risale al XV secolo scritta da Carlo D’Orleans, all’epoca detenuto nella torre di Londra, alla moglie: “sono già malato d’amore, mia dolce Valentina”

Anche Shakespeare ha contributo a consolidare il legame tra San Valentino e gli innamorati. Nell’Amleto, Ofelia pronuncia: “domani è San Valentino e, appena sul far del giorno, io che son fanciulla busserò alla tua finestra e voglio essere la tua Valentina”. L’origine del culto come patrono degli innamorati affonda le sue radici in tutte queste leggende.  

La festa come la conosciamo oggi non ha un’origine religiosa ma è una festa commerciale, un’eredità del mondo anglosassone risalente al medioevo.

San Valentino a Bussolengo invece è già presente nel 1400 come patrono degli epilettici ed in seguito nel 1711 è pregato per salvare gli animali contagiati dall’afta epizootica, ma questa è un’altra storia…

San Valentino, tra storia e leggende ultima modifica: 2022-02-14T11:24:52+01:00 da Martina Agnoli

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