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L’artista dei ferri vecchi: Renato Adami

Renato Adami tra le sue opere di ferri

Renato Adami è nato ed ha sempre vissuto ai Cioi, località agreste dove Antonio Erba, ingegnere di Milano e prolifico romanziere, amava trascorrere le estati.

Proprio ai Cioi Renato, che oggi si gode la pensione, fin da giovanissimo ha dato libero sfogo alla sua grande creatività.

Da muratore a falegname ad artista.

Ama inventare e lavorare con le proprie mani

Ma anche giardiniere che per due anni ha vinto il primo posto del concorso “Bussolengo fiorito”.

Nel 2018 è riuscito a coltivare una zucca di 443 kg che è stata premiata ed esposta a Piovezzano.

Una nuova vita ai ferri vecchi recuperati in località Cioi

Sono rimasta colpita in particolare da alcune opere d’arte realizzate grazie ai ferri vecchi recuperati ai Cioi.

Renato ha visto usare gli attrezzi di ferro dal papà, dallo zio e dalla gente di campagna. Il progresso poi li ha scartarti e sono diventati inutili.

I Ferri Vecchi Foto Di Martina Agnoli
scritta di renato Adami – foto di Martina Agnoli

Inoltre, quando ai Cioi demolivano le stalle e i porticati per costruire le case abitabili, sopravviveva il ferro delle finestre.

A lui dispiaceva vedere tutto questo ferro inutilizzato, un mucchio di rottame che ogni tanto passavamo a raccogliere.

Così anni fa ha iniziato a prendere e salvare dei pezzi, con il progetto, un giorno, di metterli in mostra.

E 8 anni fa è nata l’dea! I ferri con una funzionalità propria (come la bilancia, lo scaldaletto, ma non solo) li ha conservati così come sono.

Mentre i restanti (chiodi, bandelle, catenacci ecc) ha pensato di lavorarli per creare immagini e figure.

Prima tagliando il pezzo delle proporzioni necessarie, poi modellandolo, con pazienza, a colpi di martello per dare la forma desiderata, come un vero artista!

Ha realizzato più di venti opere, uniche e originali e con orgoglio ci descrive alcune:

“A passeggio con cane”: le zampe del cane sono due ferri di cavallo, il corpo è un catenaccio che serviva per chiudere le porte, la testa è un martello, il guinzaglio è sempre un catenaccio, ma più sottile. Il bambino è più semplice, formato da bandelle saldate.

“Il tacchino”: per il corpo sono stati utilizzati un ferro di cavallo e due zoccoli delle mucche. La coda è formata da una zappa, la testa e il collo da un chiodo ed un gancio ad anello.

La bambina, di dimensioni superiore agli altri oggetti, è molto elaborata, capelli, occhi, naso e bocca. Sorride, è allegra, sembra proprio vestita, indossa una gonna e porta una borsetta alla moda che altro non è che una serratura.

Bambina A Sinistra E Tacchino A Destra
Bambina a sinistra e tacchino a destra – foto di Martina Agnoli

Tutto solo e rigorosamente in ferro.

Ma non è necessaria una spiegazione, sono realizzate talmente bene e con cura che basta solo uno sguardo per capire subito che cosa Renato Adami ha voluto raffigurare, in base a quanto aveva e con tanta fantasia per trovare la giusta collocazione dei vari pezzi.

La creatività e la passione di Renato Adami, un pieno di emozioni

Osservando il contadino, complice il ferro arrugginito e il vero pezzo di falce modellata, ho potuto percepire la fatica del duro lavoro nei campi.

Il signore anziano con il bastone invece mi ha trasmesso tenerezza, l’età avanza, ma con forza si affronta, perché la vita è il dono più bello.

Renato quando inventa e crea si concentra e libera la mente. Ma oltre a rilassarsi, diventa per lui anche un momento di svago e di divertimento.

Il gusto di fare e portare a termine il suo lavoro gli riempie il cuore di gioia e lo colma di soddisfazione!

Purtroppo, però, oggigiorno ai Cioi è finito il ferro vecchio da recuperare, altrimenti chissà quanti oggetti sarebbero nati ancora dalla mente e dalle mani di Renato!

Se passate da qui non fermatevi solo ad ammirare le statue della famiglia Erba, ma chiedete di Renato, un uomo molto accogliente e solare.

Con piacere e umiltà vi accompagnerà alla scoperta delle opere esposte nel suo meraviglioso giardino e delle sue invenzioni.

Un grande grazie a Renato Adami per il suo insegnamento: in una società in cui non si aggiusta e si tende ad eliminare tutto subito, non solo ha recuperato e conservato dei pezzi di ferro vecchio, tra cui alcuni apparentemente inutili, ma li ha trasformati in graziose opere d’arte che sanno trasmettere emozioni. Ha saputo valorizzare questi ferri vecchi, donandogli con ingegno una nuova vita.

E poi chissà, magari un giorno sarà invitato ad esporre ad un pubblico più ampio. Con l’entusiasmo e la semplicità che lo contraddistinguono racconterà di quanto di bello è riuscito a realizzare, spinto solo dalla creatività e della passione.

L’artista dei ferri vecchi: Renato Adami ultima modifica: 2022-08-01T09:30:00+02:00 da Martina Agnoli

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Julieta B. Mollo

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