Dai campi di prigionia ad "Ali ribelli": Mauro Vittorio Quattrina si racconta - itBussolengo

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INTERVISTE STORIE

Dai campi di prigionia ad “Ali ribelli”: Mauro Vittorio Quattrina si racconta

Mauro Vittorio Quattrina

Regista, autore, scrittore, ma anche compositore e consulente storico per fiction e film di guerra, possiamo sintetizzare così la lunga carriera di Mauro Vittorio Quattrina. Figura poliedrica, nel corso degli anni ha realizzato una serie di lavori interessanti specializzandosi nella regia di documentari storici arrivando anche a collaborare per la RAI e l’Istituto Luce.

Classe 1957, la sua carriera inizia però da lontano e precisamente quando, in qualità di Copywriter ideò diverse campagne pubblicitarie non solo regionali, ma anche nazionali. Nel 1984 fonda l’agenzia di pubblicità e comunicazione “Il volo” ed è proprio in questi anni che riesce a far conoscere al pubblico il noto marchio di tortellini e pasta fresca “Rana”. Nel portfolio dello studio “Il volo” sono presenti però anche altri marchi di prestigio come Dal Colle, Paluani, Vileda e la lista continua. Ma ora bando ai convenevoli e lasciamo la parola a Mauro Vittorio Quattrina. In questa intervista, ci ha raccontato di alcuni dei suoi lavori più celebri, ma anche di molti aneddoti sconosciuti legati soprattutto ai campi di prigionia nel veronese.

Intervista a Mauro Vittorio Quattrina

Benvenuto su itBussolengo! ti ringrazio fin da subito per questa intervista e per darci la possibilità di poterti raccontare. Come regista, hai diretto tantissimi docufilm soprattutto legati ai campi di prigionia. Ci puoi raccontare come hai iniziato? 

Per quanto riguarda la prima domanda, sono specializzato in documentari storici e ne ho fatti tanti sui campi di prigionia, sia campi di concentramento, sia campi di prigionia per alleati. Tutto è iniziato proprio con la RAI quando ho presentato un progetto sui campi di prigionia per alleati vale a dire tutti quei militari britannici che furono introdotti in Italia quando vennero catturati in Nord Africa. Furono mandati nel nostro Paese e io trovai questa storia interessante e da lì cominciai a scavare.

Campo Lavoro Di Pol. foto www.powitalia.jimdomfree.com
Dettagli del campo di lavoro di Pol di Bussolengo

Sono andato a vedere, a cercare documentari che proposi per “La Storia siamo noi” di Minoli su Rai 3. Non solo trovai un patrimonio immenso per ciò che riguardava decine e decine di campi di prigionia, ma scoprii che anche nel veronese c’erano 14 campi. In realtà erano fattorie perché i prigionieri lavoravano i campi per sostituire gli uomini che erano partiti per la guerra e questo era previsto dalla convenzione di Ginevra. 

L’unico vero campo di concentramento era quello di Pol di Bussolengo di cui esiste un’ampia documentazione, soprattutto lettere che i parenti avevano scritto a questi soldati. Queste lettere vennero smistate poi negli altri campi come quelli di Bonavigo, Angiari, i quattro a Isola della Scala, San Martino Buon Albergo. C’era dunque questa cassa con dentro la documentazione del campo dove c’era l’attività quotidiana giorno per giorno. Siamo riusciti grazie all’amico Montresor a trovare tutto il materiale, catalogarlo, pulirlo e a dare una storia congrua di tutto ciò che riguardava la vita dei prigionieri e che arrivarono qui intorno al 1942. Nel settembre del 1943 era già finito tutto perché scapparono e fuggirono. 

La realizzazione del docufilm “Trimelone: l’isola che c’è”

Messa In Sicurezza Bomba Americana
Messa In Sicurezza Bomba Americana – da Facebook. Su gentile concessione di Grazia Pacella e Mauro Vittorio Quattrina

Recentemente hai terminato le riprese del docufilm “Trimelone: l’Isola che c’è. Storia dell’Isola di Trimelone e del territorio di Brenzone”. Ci racconti com’è andata e cosa ti ha portato fin lì? 

L’ultimo lavoro che sto realizzando, vale a dire il docufilm sull’ìsola di Trimelone ha una storia lunghissima. Addirittura Mussolini vi fece l’ultima intervista a fine marzo del 1945 e vide passare la Storia accanto a sé. Ha visto le invasioni barbariche, la prima e la seconda guerra mondiale poi è esplosa per aria… insomma un documentario estremamente complesso. 

“Da prigionieri ad alleati”, la storia del campo di prigionia di Pol

Locandina Documentario Campi Di Prigionia
Locandina Documentario Campi Di Prigionia

Parlando del territorio di Bussolengo, qualche anno fa, hai diretto un documentario dedicato al campo di lavoro di Pol. Com’è stato per te lavorare a questo progetto? Hai qualche aneddoto interessante da raccontarci?

Il documentario “Da prigionieri ad Alleati” riguardava proprio Pol perché ne feci uno per la RAI e uno sui campi di prigionia del veronese che dura un’ora e mezza. Abbiamo scoperto storie incredibili perché intorno a Verona in questi campi, dopo l’8 settembre del 1943, i prigionieri fuggirono in larga parte mentre tanti altri avevano l’ordine di “stay by orders” cioè aspettare e sapere cosa fare. Questi ultimi furono presi dai tedeschi e portati nei loro campi di prigionia dove molti morirono. Quelli che invece scapparono furono accolti e aiutati da diverse famiglie per via della tradizione cattolica, ma anche per un senso di solidarietà innato nella nostra popolazione. Dopo l’8 ottobre 1943 per chi li ospitava in casa esisteva la pena di morte.

Ci furono dei casi di fucilazione, ricordiamo i due fratelli Bettili di Zevio. Ci furono molti casi, tanti Schindler e Perlasca che non vengono mai ricordati. Questo è un dramma secondo me a livello storico. Si pensa sempre al carcere degli Scalzi, ma non si pensa mai a quante persone si sono sacrificate, compresi anche i bambini. Ci furono infatti persino dei bambini che portavano, mettendo in pericolo la loro vita, le latte di minestrone ai prigionieri che erano nascosti nei campi. Certi rimasero nascosti fino alla fine della guerra.

Mauro Vittorio Quattrina racconta alcuni aneddoti

Gli aneddoti su questo documentario sono centinaia. C’è stata una signora di San Martino che con le lacrime agli occhi ha detto: “Tanto gavemo vulù bene a sti butei che i s’ha promesso de tornar dopo la guerra, ma non li avemo più visti”. Da parte di queste persone che ha accolto i prigionieri in casa c’è stata tanta melanconia. Avevano promesso di tornare a trovarle e molte volte non era successo. Altre volte invece sono tornati. Noi abbiamo anche ospitato dei parenti di questi prigionieri di guerra. Molte ad esempio nella parte del vicentino, a Montecchia di Crosara dove c’era il campo di prigionia ossia la cava basalti, gli inglesi presero persino moglie. Dopo la guerra tornarono e se le portarono via. 

Una di queste storie particolari è stata quella di un bambino di Isola della Scala, che intervistammo da adulto. Una volta cedette il suo letto ad uno dei prigionieri che stava male e aveva la febbre. Immagina cosa poteva succedere se venivano i tedeschi a fare le perquisizioni. Lui si ricorda ancora di aver dormito praticamente per terra perché gli aveva lasciato posto.  

La realizzazione del documentario su Guido Keller e non solo

Dettagli Lavorazione Docufilm Ali Ribelli
Dettagli Lavorazione Docufilm Ali Ribelli – da Facebook. Su gentile concessione di Grazia Pacella e Mauro Vittorio Quattrina

Un’ultima curiosità, in realtà è diventata ormai la mia domanda preferita: hai progetti per il futuro? Qualcosa sul quale stai lavorando? Ci puoi accennare? 

Abbiamo presentato al Vittoriale degli Italiani un documentario su Guido Keller “Ali ribelli”. Era un pilota della prima guerra mondiale amico di D’Annunzio, un personaggio particolarissimo futurista, omosessuale dichiarato, ma in realtà era bisessuale. Lancio un pitale sul Parlamento a tradimento dopo che l’Italia ebbe la sua vittoria mutilata. Il 5 dicembre lo abbiamo presentato a Sant’Anna d’Alfaedo, luogo dove lui creò una pista di decollo molto interessante tecnicamente.

Dai campi di prigionia ad “Ali ribelli”: Mauro Vittorio Quattrina si racconta ultima modifica: 2021-12-30T11:19:54+01:00 da Valentina Mericio

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Julieta B. Mollo

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